Week-end ad Aquilonia e dintorni
giugno 2016
Un bel percorso Roccaldo conia,
per andare ad Aquilonia,
un gran bel chilometraggio
e il bagaglio anche, in omaggio,
poi, a coronare la partita,
proprio alla fine, aumenta la salita.
Questa volta, nella piana,
siamo andati in fila indiana,
ma per proteggerci dal vento
che, incessante, dà il tormento.
Tommy a me ha fatto da scudo
contro il vento troppo crudo
indicando in una mossa
ogni buca ed ogni fossa.
Sempre ho fatto il parassita,
preservando la mia vita
stando dietro a questo o a quello
e sognando un tempo bello.
Altro che il grande Nibali,
faccio sogni da cannibali,
mangerei perfino i vermi,
se li vedo in strada, fermi.
Poco sotto Monteverde
l'entusiasmo già si perde
perché il viaggio è assai scosceso
e dalla bici ognuno è sceso;
poi, vicini ad Aquilonia,
è una vera Babilonia!
Erte, vento, caldo, fame
e improvvisi “pendii all'infame”.
Io e Mara, ormai stremate,
per far prima già avviate,
ci facciam, per penitenza,
ancor più via, e anche in pendenza.
“Se di qua diritte andate
voi la via certo sbagliate,
dietro è il gruppo che vi aspetta
per far con voi la via diretta”
ci richiama l'indigeno ciclista
che ci riporta in salvo sulla pista.
Un'altra volta, Paolo Corvasce seguiremo,
così nessun bivio salteremo.
Arriviamo a Carbonara
dove ancora l'aria è amara,
la stanchezza è così tanta
che l'archeologia più non incanta.
Paolo con Francesca e Vito,
che le energie hanno finito,
arrivano in albergo dopo un'ora
e lì la lor vita già migliora.
Alla sera tutti a cena
ci facciam la pancia piena
e così come per miracolo
si rallegra tutto il cenacolo.
C'è con noi una pensionata,
fresca fresca come data,
ma da quando è in pensione,
Mara è ancora più in azione
e così in un intervallo,
non trascura neanche il ballo.
Al secondo dì, temiamo non ci piaccia,
ripartire per Bisaccia.
Visitiamo un gran castello
che ad un museo dà ostello,
qui ci sono degli Osci armi e monili
e gli attrezzi per gli usi civili,
ma soprattutto la ricca principessa
che con una veste fantastica era messa,
piena di bronzi, fermagli e spille,
tanti bracciali e borchie a mille.
Intanto dentro queste mura
è stata utilizzata la struttura
e di scacchi un torneo stanno facendo
e così il silenzio stan chiedendo;
pare facile,ma Vito è scatenato
e Mimmo al riso lo ha spesso provocato.
Poi in piazza cattedrale
vediamo una sposa proprio normale,
ma i suoi ospiti e gli invitati
non si capisce come si sono “conzati”:
veli e vestiti a colori sgargianti,
capigliature dai riccioli esorbitanti
e con il panama c'è un principe azzurro
che fa il fichetto, ma sembra un buzzurro.
Due gemelli incuriositi
sono da Paolo il nonno istruiti
e la storia della bicicletta
per tutta la vita ricorderan perfetta.
Al ritorno,quando la casa ci sembra ormai vicina,
imbocchiamo per San Vito una stradina
che ci porta alla quercia secolare,
ma a risalire assai ci fa penare.
Secondo la leggenda tramandata
dalla scure la pianta non può essere tagliata,
ma ora la quercia non si lascia offendere
perché c'è uno stuolo di formiche a difendere
e Paolo il nonno che non ne è spaventato
ne viene aspramente pizzicato.
Francesca e Antonio fan tutta la scalata
e “gli tocca”, perché l'altra se la sono scansata.
Paolo sospetta che il presidente perfetto
invece che allestire di viaggio un bel pacchetto
ci abbia esposti ad uno smacco,
preparandoci un bel “pacco”
Al rientro il Museo Tartaglia
con la sua completezza ci abbaglia,
mostra ogni forma della vita contadina
e tutti gli aspetti della civiltà irpina.
Ci stupisce,sopra ogni cosa,
la donna che sulla testa il bimbo posa,
e mentre cammina lavora a maglia
porta la zappa e il maiale e l'asino alla paglia.
Alla sera al secondo banchetto
la Peroni assume un nobile aspetto
e per la gioia di Gianluca compare
travestita da champagne da rinfrescare.
In stile Oscio Francesca ha gli orecchini,
la sua eleganza non ha proprio confini!
Nuovi modi di abbronzarsi
Angela sembra vada a cercarsi,
dopo la storia della mano sul fianco,
adesso porta chiazze rosse sul collo bianco.
Vedrete poi, se ci state attenti,
Gianluca con le calze autoreggenti.
Poco vento, tempo mite,
meno forti le salite,
a Calitri è un giorno gaio
anche con il professor Di Maio.
Con entusiasmo ci dà spiegazioni
su tutti i muri, i mummoli e i mattoni.
Paolo Corvasce poi a riposo freme,
perché pedalare gli preme,
mentre Vito si vuole avviare,
perché teme di mai arrivare.
Domani ripartiamo e andiamo a Monteverde,
non so se paga pegno chi per via si perde
e va direttamente a Cerignola
per sbaglio di volata in una tappa sola.
Intanto diciamo arrivederci allo Smeraldo
e tutti quanti ringraziamo Roccaldo.
Lilia
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