2018 PEDALANDO NEL SULCIS
Questa volta, facendo cosa degna,
Roccaldo ci ha portato fino in Sardegna.
Complesso e lungo è stato il tragitto
ed arriviamo stanchi a buon diritto,
dopo il bus col furgone e, di notte, il traghetto,
arriviamo conciati da parer senzatetto.
Sulla nave abbiam poltrone
che sono belle e sono buone,
ma senza giusta inclinazione,
così Mimmo invita a migrazione
verso nuova postazione,
ma c’è un po’ di confusione,
così vediam Francesca, che mai ferma resta,
con i piedi sulla testa!
Non c’è pietà e da Cagliari fin dal primo mattino
pedaliamo per raggiungere Porto Pino.
Da Cagliari il percorso è tutto nel verde
così bello che il nostro occhio si perde.
Betta non è avvezza al disperso gregge
ed il gruppo troppo sparso proprio non regge
e così si sgola e tutti richiama
ma comunque il nostro gruppo sciama.
Al posto di Paola che, seria, lavora, c’è Angela Trizio
che di un viaggio improvviso si è presa lo sfizio.
Si cimenta Luisa facendo, di forza, una prova,
e così carica di bagagli a pedalare si trova,
alla fatica mai lei si arrende
perché il suo spirito così si accende.
Anche Giovanna con due bisacce si imbraga,
forse così da sola il pegno paga
per aver scelto la bici assistita
che per lei non è la cosa più ambita.
A Nuxis ci si deve fermare per bere un pochetto,
ma, chi sa come, la nostra pausa si trasforma in banchetto.
Francesca si accorge che ha perso il cellulare
e Franco, con tutto il bagaglio, lo deve cercare
fortuna li aiuta e il reperto è trovato
proprio nel luogo, diciamo, “appartato”.
Sulla strada l’acquazzone non ci annega,
ma ci fa doccia, shampoo e messa in piega!
Giovedì nella nostra schiera
appare strana gente che si mostra fiera
di tracannare da mane a sera
e della birra fa una bandiera.
A Carbonia al museo di antichi reperti
diventiamo tutti bravi ed esperti,
ma poi la salita del Monte Sirai
ci sembra non finire mai.
Tutti quanti alla Necropoli per la gita culturale
dai, però, così non vale,
che facciamo appese ai rami
ad aspettare che Tarzan ci chiami?
Dato il via ha Mariagrazia che sdraiandosi su un ramo
con un’aria assai giuliva certo ha fatto da richiamo.
Al ritorno Michele, capogita improvvisato,
un gruppetto frettoloso, fuori strada ha portato.
Poco dopo la pioggia ci ha costretto a rientrare,
altro che Brancu Teula e l’estivo bagno al mare!
E qui la giornata diventa un’avventura
e la vita da ciclista diventa vita dura,
la ricerca di una strada la caccia al tesoro
e chi la trova si conquista l’oro.
Pietro, vestendo panni altrui,
supera i momenti bui,
poi lui e Annamaria,
stanchi dell’umida via,
trovano un bel modo per andare
e seduti comodi e invitanti li vediamo passare.
Mirko e Antonio hanno scansato la pioggia
scegliendosi un percorso alternativo per la spiaggia
son stati contenti, ma il pomeriggio non si son gustati
perché per tutti gli altri erano preoccupati.
Antonio De Girolamo, pur nuovo in questo viaggio
con dolcezza ti fa coraggio
e sorridente dà il suo supporto,
dice “ anche il fardello, se vuoi, ti porto”.
In questa escursione forse qualcuno ha patito
così il giorno dopo un bel bagno di mare ha preferito.
Dalla visita ai Nuraghi
ritorniamo tutti paghi
e all’arrivo a Porto Scuso
non c’è alcuno che abbia il muso.
Tutti in acqua limpida e fresca
ed Ernesto è già a pesca,
lui va in modo molto spiccio,
mangia in acqua il preso riccio!
Sempre stenica e forte Antonella
In bicicletta ricerca la sua buona stella,
ché pur di notte ha dovuto pedalare
per poter alla locanda ritornare.
A Sant’Antioco al museo con le grandi spesse vetrate
io ed Angela Trizio mostriamo il nostro interesse a capocciate.
La ricerca di un bel mare non si è andata a realizzare
acqua bassa, poseidonia e brutti odori
e tutti presto ne siamo fuori,
solo Eugenio ci sta e resiste
dentro quel brodo di alghe miste.
Tina diverte con la sua battuta sfrontata
che con l’autoironia è sempre mitigata.
Chi ha bisogno di un meccanico in aiuto,
chiede a Martin ed è sempre il benvenuto,
lui, se non dice che la bici è da buttare,
certamente ti saprà aiutare.
Pronti ha i riflessi e mi scansa lesto,
quando gli freno davanti troppo presto.
Anche Antonio, superato il suo look a pois,
finalmente è insieme a noi qua
ma non racconto quanti meriti ha
basterebbe ne avesse la metà.
Il gruppo ora attende Luisa ed Angela Guerra,
dove saranno, in che luogo della terra?
Perse, incantate a guardare i fenicotteri rosa
per loro ogni spettacolo di natura è sempre gran cosa.
Il nostro Giuseppe Triggiano
pedala costante sul monte e sul piano
e quando hai bisogno non chiedi a lui invano.
Pasimeni fa l’Angelo Custode
questo va detto a sua lode
se vede qualcuno solo e stanco
si mette al suo fianco
e lo riporta nel branco.
Franco indietro certo non resta
e a volte discute col capintesta
“forse la strada è di qua e non di là”
ed, al ritorno, che gran fretta ha.
Quest’anno Paolo si è molto impegnato
e a far da mediano si è spesso prestato
lo vedi all’incrocio con il suo sorriso
che è dolce e gli illumina il viso.
Forse il nostro capotribù
pensa non ci possa chiedere dipiù
e così alla domenica è stabilita,
per tutti, la libera uscita:
chi va al mare, chi a passeggio,
chi non si sposta dal proprio seggio.
Valeria ha prenotato navetta, posto, sdraio e ombrellone,
dopo il mancato calice, ci vuole garanzia che tutto vada benone!
Al “Bravo Club” c’è stato l’arrivo di gente abusiva
attraverso il pontile a partir dalla riva
quand’ecco si staglia una statua di rara bellezza
che allo sguardo di certo si apprezza
così due signore assai ben educate,
Mara e Mariagrazia, si sono sfacciate
facendo ad Awana proposta indecente,
la foto lo attesta a tutta la gente!
Ad espiazione degli ozi elargiti
110 km. Roccaldo ci ha imbanditi
e per andare fino a Porto Flavia
col vento e la fatica facciamo da cavia.
Ci ripaga il fantastico paesaggio, e di parecchio,
una tal meraviglia da non saper dove posare l’occhio.
Ci sono rocce, scogli, isolotti e picchi
e il solo guardarli ci rende più ricchi.
Ma adesso attenzione che qui c’è un intoppo
in fondo a una via una grata di troppo
la trappola scatta per il Presidente
ma subito si rialza, buon sangue non mente!
Visitiamo la galleria
che della miniera era la via
poi reimmergendoci nella natura,
ci tuffiamo nell’acqua fresca e pura.
Brigitte è un esempio di serenità
pur quando è stanca suscita tranquillità,
ha sempre un sorriso e una frase gentile
e nel suo agire è squisito lo stile.
Ci manca un poco la sua pecorella
che, ricciolina, unica rendeva la sua sella.
Quest’anno Annalisa
è alquanto divisa
tra bici assistita, ma un poco pesante
e mettersi comoda, leggera, ma al volante.
Pur venendo dal Molise Leonardo
si è presto adattato allo spirito sardo
popolo pastore e montano
il loro mondo non è troppo lontano.
Martedì andiamo a Teuredda
lungo una costa davvero bedda.
Io partita prima per la salita e del gruppo in attesa
un gran bel complimento mi sono presa
“ah, ma li ha staccati parecchio!!!”
da allora mi guardo orgogliosa allo specchio.
Francesca Cavicchia è per noi un Porto Pino,
un fresco abbraccio del primo mattino
poi una calma palustre pace
che, nel trambusto, a tutti piace,
e infine non manca la bella ventata
chè, di energie è assai dotata.
Massimo dà il suo contributo discreto
non fa mai nulla che sia vieto,
sempre attento è nel suo piglio
e, se può, dà il suo consiglio.
Mirko è affascinato da ogni visione
e, generoso, ne fa condivisione,
perciò sul cellulare, certo non si sbaglia,
son sue le foto che arrivano a mitraglia.
Senza borracce Martina pedala
eppure arriva in ogni cala
non c’è mai nulla che la spaventi
né il solleone, né i quattro venti.
Anche Luca e Luisella son tipi tosti
raggiungono sempre tutti i posti
son taciturni, ma di compagnia
e ti sostengono lungo la via.
Mimmo quest’anno senza i 500 km. di rincorsa
non è pimpante come la volta scorsa.
Tommy ha il fare di un folletto
pare proprio un ragazzetto
sempre vispo e salterello
con uno spirito un po’ monello.
Silvana e Luciano ancora una volta
di compagnia ce ne fanno molta
anche se, di bicicletta,
a ben dire ne fan pochetta.
Mercoledì visitiamo Tartalìas antico borgo abbandonato,
ma tenuto pulito e curato,
entriamo nella deserta chiesa,
dove la scala è solo in ascesa
e dice Luca in corretta forma
“No, questa scala, no ,non è a norma!”
Per Montessu un’erta breve ma pesante
trasforma qualcuno in viandante.
Sotto il sol che forte picchia
visitiamo ogni tomba ed ogni nicchia
e quando si sa che a Santadi il museo è chiuso
siamo tutti già in disuso.
Una piccola deviazione a Sant’Anna degli Arresi
doveva essere per il Nuraghe, non per i fichi presi!
Intanto Tommy che da barese non perde un colpo
sulla spiaggia sbatte il polpo.
Ringrazio ora Francesca compagna di stanza
che mi ha usato ogni creanza
pur quando io, “contro natura”,
lasciavo la chiacchiera per la scrittura.
Non ho più parole per tesser la lode
di cui non possiamo mai fare senza
per la sua infinita pazienza.
Infine il mio grazie va ancora a Roccaldo
che è sempre per noi un gran caposaldo
e, qualunque problema ci sia,
con grande costanza ci traccia la via.
Lilia