Insicurezza diffusa delle strade per gli utenti lenti e non motorizzati

Bari, 22 luglio 2008 Al Sindaco di Bari Al Presidente della Regione Puglia Al Direttore compartimentale ANAS Puglia e, p.c. ANCI Puglia UPI Puglia Organi di informazione Oggetto: accessibilità e sicurezza delle strade anche per utenti lenti e non motorizzati Alcuni giorni fa sulla 16 bis, direzione Bari (ingresso Via Napoli-Fiera) ha perso la vita un uomo di 74 anni che, alla guida di un treruote APE e per cause non note, si era fermato nella corsia di emergenza ed era sceso dal mezzo. Un'auto che sopraggiungeva in quel momento l'ha purtroppo travolto. Il punto in cui è accaduto l'incidente è a noi ciclisti ben noto. Infatti su entrambi i sensi di marcia della tangenziale in corrispondenza del canalone di lama Balice e per alcune centinaia di metri verso Palese, le corsie di emergenza sono praticamente inesistenti e percorrere quei tratti di tangenziale è altamente pericoloso sia per un mezzo lento, come un treruote APE, che per un ciclista. Tra l'altro andare in bicicletta sulla 16 bis è pure vietato. Ma non ci sono alternative. Normalmente noi e tanti altri ciclisti utilizziamo la viabilità di servizio lato mare (quella lato monte è praticamente inservibile perchè interrotta in più punti). Ma il percorso di uscita (o di ingresso alla città, a seconda della direzione) deve fare i conti con il canalone di Lama Balice. La costruzione di un ponte ciclopedonale sul lato mare, a scavalco del canalone e rigorosamente limitato agli utenti a piedi e in bicicletta, consentirebbe il collegamento tra San Girolamo-Fesca e la complanare nord, ricucendo quindi Bari a Palese e facilitando tutti coloro che in bici volessero muoversi, per esempio per andare a mare. Cogliamo inoltre l'occasione per sollecitare più in generale tutti Enti proprietari delle strade (Comuni, Province, Anas) e chi eroga i finanziamenti per la costruzione delle infrastrutture trasportistiche e viarie, in questo caso la Regione, al rispetto del codice della strada, modificato dalla legge n. 366/98 sulla mobilità ciclistica. Da dieci anni ormai esiste l'obbligo, assolutamente disatteso, di costruire piste ciclabili adiacenti ogni qual volta vengono costruite nuove strade (art. 13, comma 4 bis) o vengono sottoposte a lavori di manutenzione straordinaria le strade esistenti (art. 14, comma 2 bis). Da tale obbligo non vengono escluse le nuove zone di espansione, le aree industriali o artigianali, nè i sottopassi/sovrapassi ferroviari. Fino a quando queste elementari norme saranno impunemente ignorate, continueremo ad avere strade pensate e costruite da automobilisti per gli automobilisti, e campagne per la sicurezza stradale limitate ai soli comportamenti di guida. L'educazione alla mobilità sarà sempre "auto-dipendente". Il Presidente Roccaldo Tinelli.