CONFERENZA STAMPA DEL COMITATO PARCO DEL CASTELLO DI BARI

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Comitato Parco del Castello di Bari

Conferenza stampa

 

   I cittadini di Bari Vecchia raccolti nel Comitato Parco del Castello ci hanno visto giusto sin da subito: il Ministero delle Infrastrutture – tramite il locale Provveditore per le Opere Pubbliche - sta ampliando nel cuore della città un edificio abusivamente costruito dallo Stato italiano negli anni ’50 dello scorso secolo in violazione del vincolo di tutela imposto nel 1930 dal Ministro della Pubblica Istruzione (a quel tempo competente in materia di beni culturali) sull’area circostante il Castello medioevale che si erge a pochi metri di distanza.
Lo dice oggi la Procura Generale della Corte d’Appello di Bari nello stesso atto in cui respinge l’istanza proposta dal Comitato per indurla ad avocare a sé le indagini penali concluse dalla Procura del Tribunale con richiesta di archiviazione nei confronti del Sovrintendente per i Beni Architettonici e Paesaggistici e del Provveditore alle Opere Pubbliche di Puglia e Basilicata.
L’offesa al bene culturale c’è, dichiara la Procura Generale, ma non è perseguibile in sede penale perché non si ravvisa il dolo dei funzionari della Sovrintendenza quando dichiaravano “con superficialità e negligenza” che l’area era libera da ogni vincolo.
E pensare che quando abbiamo avviato la nostra battaglia di legalità l’Avvocatura Distrettuale dello Stato sosteneva che i lavori edilizi del Provveditore alle Opere Pubbliche Musci non rientravano nell’area vincolata del castello.
Oggi ci chiediamo: se non interviene la giustizia penale, dopo aver verificato con certezza lo stupro urbanistico ai danni della città di Bari, a chi spetta la protezione del vincolo di tutela del Castello medioevale?
La giustizia amministrativa sarà chiamata su questo tema a pronunciarsi nel prossimo Ottobre con il suo massimo organo giudicante (Consiglio di Stato), sempre su richiesta del Comitato Parco del Castello, ma nel frattempo il Comune di Bari, che aveva meritoriamente “scoperto” l’esistenza del vincolo monumentale e che aveva chiesto al Ministro Delrio, con il ricorso all’art.28 DPR 380/2001, l’annullamento della conferenza di servizi e l’immediato blocco dei lavori statali abusivi, tenta oggi di tirarsi fuori dalla “querelle” con una delibera della Giunta Decaro (n. 350 del 1 giugno 2016) in cui sostanzialmente afferma che la lite giudiziaria per la protezione della cornice paesaggistica del castello è affare che riguarda il Comitato dei cittadini e lo Stato italiano.
Il torto di massa inferto da un organo dello Stato italiano “superficiale e negligente” è ormai pacifico, ma le istituzioni dello stesso Stato e l’ente locale direttamente colpito che dovrebbero intervenire a riparare il torto e a ripristinare la legalità sembrano per parte loro orientati, essi quantomeno lucidamente, a chiudere entrambi gli occhi.

 

 

 

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