Lettera al Direttore

VITTIME DELLA STRADA, LA LISTA E' SEMPRE PIU' LUNGA DIVERSIFICARE L'OFFERTA TRASPORTISTICA ED EDUCARE ALLA MULTIMOBILITA', TRA LE SOLUZIONI POSSIBILI Caro direttore, il drammatico e sanguinoso bollettino delle vittime della strada, diffuso anche oggi da giornali e tv, purtroppo si allunga invece che andare in ferie almeno in estate. C'è chi invoca gli autovelox, come deterrente per combattere la velocità, chi chiede di allargare le strade oggi diventate troppo strette e chi invece, come il Vicesindaco Martinelli riconosce, stringendosi nelle spalle, il fallimento di una campagna di sensibilizzazione sulla riduzione della velocità, a cura della Fondazione Ciao Vinny, finanziata notevolmente con le casse comunali. Come tentare di mettere un freno a questo triste fenomeno di cui ci si limita a curare spesso solo gli effetti e non le cause? Forse riducendo a 16 anni il limite d'età per guidare un'auto come sta per approvare il Parlamento italiano? Oppure correndo a compare la nuova 500, ennesimo fiore all'occhiello di mamma Fiat che nei primi cinque mesi del 2007 ha già venduto in Europa 36mila vetture in più, di cui 32mila solo in Italia grazie alla politica della cosiddetta "eco-rottamazione"? Oppure continuando a fare corsi di educazione stradale piuttosto che corsi di educazione alla multimodalità? A Monaco di Baviera (scusate l'esempio, ma se a Bari si sta mettendo a punto il piano strategico bisogna pure sapere come ci si muove nelle altre città europee), un mese è stata ospitata la Conferenza internazionale sulla mobilità ciclistica "Velo-City" (300 relazioni e 1.000 partecipanti registrati da tutto il mondo). Il sottoscritto, come sempre tra i pochissimi italiani iscritti, era l'unico meridionale a sud di Bologna. Sindaci ed amministratori pubblici di mezzo mondo facevano a gara nel sostenere come ciascuno stava operando per attuare politiche della ciclabilità integrate con il trasporto pubblico e collettivo, ritenute fattori essenziali di competitività del loro territorio. A Monaco c'è traffico veicolare, beninteso. Ma esiste un'offerta così diffusa di mezzi pubblici (metropolitane, bus, tram, car sharing, car pooling, bike sharing) che insieme ad una fitta rete continua di percorsi ciclabili - nella maggior parte sui marciapiedi senza che nessuno si lamenti - garantiscono ai cittadini l'autonomia degli spostamenti, la possibilità di non acquistare mai in vita loro un auto e di abbassare, quindi, l'indice di incidentalità stradale. Pare poco? Ciliegina sulla torta: mentre i nostri corsi di educazione stradale, vecchi e obsoleti, sono ancora tutti incentrati sull'insegnamento delle norme del codice della strada al fine di formare i futuri motociclisti e automobilisti, a Monaco la società che gestisce il trasporto pubblico ha un settore dedicato all'educazione alla mobilità. Dove lavorano pedagogisti che vanno sistematicamente nelle scuole a spiegare come funziona l'intero sistema del trasporto pubblico e ad insegnare ai ragazzini come adare a scuola da soli prendendo i mezzi pubblici. Una scelta che premia anche dal punto di vista economico perchè ogni anno fa crescere il numero di abbonamenti venduti fidelizzando nuova clientela. Sono pronto a sentire la risposta di qualcuno. Ma lì la cultura è diversa! Lello Sforza