4a Tappa - Da Lido Silvana a Savelletri (Km 120)

  • Dislivello: 300 m
  • Totale discese: 26 km
  • Pendenza max: 7,1 %
  • Tempo medio: 7 h
  • Totale salite: 24 km
  • Visita: 4 h 30 min

Itinerario. La lunghezza del percorso, ma non la difficoltà, e le numerose città da visitare ci consigliano di anticipare la partenza alle 8.00.

Perciò in marcia lungo le dune sabbiose in un paesaggio singolare che, se non fosse per il mare, potremmo scambiare per deserto; così fino a T. Borraco (km 25,7) dove, lasciandoci lo Ionio alle spalle, gireremo a sinistra per Manduria; una breve salitella, subito dopo l'incrocio della Maruggio-Avetrana (attenzione! è pericoloso) ci porterà sulle quote usuali salentine (80 + 100 m) e quindi in dolce discesa (attorniati da ulivi secolari) a Manduria. Giunti in P.za V. Emanuele, costeggeremo il centro storico per portarci percorrendo via XX settembre, via S. Elicio e via S. Antonio, in viale Scegno dove visiteremo il Fonte Pliniano. Quindi, proseguendo su via S. Antonio ci porteremo sulla zona della necropoli messapica, da dove imboccheremo la strada per S. Cosimo alla Macchia e quindi quella per Oria.

In Oria entreremo attraverso la porta di via Manduria, dopo aver attraversato la circonvallazione (attenzione!) e lo strappetto che ci porta nel cuore della città fra lo sventolio degli stendardi e delle bandiere degli antichi rioni nel ricordo sempre vivo del grande Federico II. Visitata Oria ed il suo Castello, punteremo rapidamente su Francavilla F. seguendo la strada provinciale. Entrati per via Oria, attraverseremo Francavilla F. seguendo in successione C.so Cap. di Castri, via R. Elena, C.so Umberto e via B. Forleo fino all'incrocio di via Cotugno (di fronte alla stazione AGIP); da via Cotugno, poi, imboccheremo a destra via Alfieri e subito dopo, a sinistra via Foscolo, al cui imbocco è posto un segnale "Ceglie". Scavalcata la SS 7, seguiremo questa strada in leggera ascesa fino al bivio di Mass. Madonna della Grotta (a sinistra, dir. Ceglie) e quindi in rapida successione ad altri due bivi da seguire sempre a sinistra. Ancora quattro chilometri puntando in linea retta su Ceglie Mes., che torreggia davanti a noi, ed eccoci, dopo la ferrovia, sulla provinciale per Ceglie. Superata la circonvallazione entreremo in Ceglie Mes. per via Francavilla F. e, seguendo le vie Amendola e Bottega, raggiungeremo il centro storico per la sua visita.


Terminata la visita, facendo a ritroso il percorso iniziale, ci porteremo in Largo Amendola e, quindi, sulla via per S. Vito dei Normanni, che percorreremo per soli 1000 metri fino a S. Giuseppe, dove svolteremo sulla sinistra. Ad Ostuni, infatti, arriveremo con una lunghissima discesa (~ 13 km) attraverso la campagna su stradine tranquille, ma dove bisogna solo stare attenti ai numerosi incroci per non sbagliare. Perciò, occhio! Al 51 a destra ed a sinistra al 52 ed al 53 (a destra c’è lo sterrato), ma al 54 ancora a destra. Ancora a sinistra al 55 ed al 56 ma sempre dritti al 57 fino al bivio per Ostuni (a sinistra), dopo il quale ci immetteremo (a destra) sulla Ceglie-Ostuni.


Entreremo in Ostuni da via Giovanni XXIII e poi, seguendo le vie Pignatelli, Umberto I e Cavour, ci porteremo in P.za Libertà (Km 90) da dove inizieremo la visita del centro storico.


Lasceremo, quindi, la città puntando prima verso la stazione FF SS e poi, dopo il pericoloso incrocio, verso il Cimitero fino al bivio per C.da Spagnulo dove svolteremo a sinistra per raggiungere "Mass. Spagnulo".


Superato il ponte sulla ferrovia, all'incrocio successivo svolteremmo a sinistra verso la ormai disattivata Staz. Fontevecchia, che supereremo per raggiungere il sotto via ferroviario (di fatto, un ponticello su di un torrente) e riprendere (a destra) la strada per Pozzo Guacito. Qui giungeremo in pochi chilometri, procedendo in linea retta e facendo attenzione alle buche; attenzione anche all'incrocio per Posto di Tavemese.


Una volta a Pozzo Guacito svolteremo a destra per Torre Canne e quindi, seguendo la litoranea, ci porteremo a Savelletri.

 

Manduria (m 79) 74024 (099)

 

  • Pro-loco Via P. Maggi, 7 8796600 S. P. in Bevagna, P.za B/2 8728268
    Raccolta Archeologica (Biblioteca Gatti) p .za Garibaldi, 20 802252
    Folklore - Fiera "Pessima" 8-12 marzo


Manduria. Le sue origini risalgono alla civiltà messapica, come testimoniano le mura ciclopiche in triplice cerchia. Le battaglie più cruente le combatté con Taranto e durante la II Guerra Punica, nel 209 a.C., vi si stabilì l'esercito cartaginese comandato da Annibale; dopo numerose distruzioni, fu ricostruita da Ruggero il Normanno, col nome di Castelnuovo che Ferdinando IV Re delle Due Sicilie, soltanto nel 1789, riportò a quello originario.


Archeologia. In località "Castelli" sono stati riportati alla luce resti di una città messapica. La necropoli conserva tombe di diverse epoche; anche la Cripta di San Pietro Mandurino offre testimonianze suggestive di epoca bizantina.


Fonte Pliniano ovvero "LU SCEGNU". E' ricordata da Plinio nella "Storia naturale" come una caverna sotterranea alta 10 mt e larga 20 mt, cui si accede con una scala scavata nella roccia.


Al centro si trova una vasca, in passato sempre colma di acqua. Il Mandorlo che si intravede dall' interno della caverna ricorda il rito messapico dei soldati vittoriosi, che vi appendevano, come ex-voto, mandorle d'oro. Un'altra leggenda narra di una chioccia d'oro e relativi pulcini custoditi nella caverna. Anche Annibale dissetò i suoi soldati al fonte pliniano. In vernacolo il fonte è noto come "lu Scegnu", vocabolo dal significato oscuro, di probabile origine messapica.


Centro storico. Una bella testimonianza di barocco è rappresentata dalla Chiesa del Rosario del 1680 insieme alla Chiesa dello Spirito Santo e del Convento della Servite. E' barocco anche Palazzo Imperiali su impianto normanno, costruito in tufo e rivestito in pietra.


Chiesa Matrice. Detta impropriamente Cattedrale, fu costruita nel '500, ha un rosone intagliato in pietra locale a tre corone su un portale splendidamente decorato. Il campanile è del '400 e si eleva su cinque piani, con un gioco architettonico di finestre e balconcini. All'interno è custodito un pulpito in legno del '600 di fattura pregevole.


Di fronte alla chiesa, in un vicolo chiuso fra due archi, si possono osservare le caratteristiche case degli Ebrei, nel ghetto, senza finestre.

 

Oria (m 166) 72024 (0831)

 

  • Giardino Zoologico C/o Santuario S.Cosimo alla Macchia
  • Pro-loco Via Astore, 21 817621
  • Assessorato al Turismo C/o Municipio 845044
  • Collezione Martini-Carissimo C/o Castello 345044
  • Museo Archeologico Comunale "F. Milizia" Via P. Astore, 40
  • Folklore - Corteo Storico di Federico Il e Torneo dei Rioni (Primo o secondo fine settimana di Agosto)


Oria. Città messapica e successivamente importante centro romano, subì il saccheggio dei Longobardi e nel '750 divenne ducato bizantino. Dopo le scorrerie dei Saraceni, passò ai Normanni.


Archeologia. La necropoli attesta le radici messapiche databili al IV e III sec. A.C. ed i reperti sono custoditi nel museo Milizia.


Centro storico. La cattedrale dell'Assunta in stile barocco, distrutta dal terremoto nel 1743, fu ricostruita dal Vescovo Castrese Scaja. La torre dell'orologio è sormontata dal campanile a vela e la torre campanaria ha la cupola policroma rivestita di formelle.


La porta degli Ebrei testimonia l'esistenza di un ghetto molto esteso, sito in uno dei quattro rioni storici: Castello, Judea, Lama e S.Basilio.


Il Castello Svevo, costruito per volontà del nostro Federico, ha belle torri merlate e quelle cilindriche, del Salto e del Cavaliere, sono del periodo angioino. Racchiude l'ipogeo di S.Crisante e S. Doria. Fu restaurato nel '500 dal Principe di Taranto, Giovanni Antonio Orsini ed oggi appartiene ai Conti Martini Carissimo.


Da un trentennio ad agosto in Oria si celebra il Torneo dei Rioni in ricordo di quello celebre del 1225, indetto da Federico Il in occasione delle sue nozze con Jolanda di Brienne.


Ceglie Messapica (m 306) 72013 (0831)

 

  • Pro-loco P.za S.Antonio, 2
  • Ufficio Turismo 379271
  • Polizia Municipale P.za Plebiscito, 9 377014
  • Grotte di Montevicoli C.da Montevicoli


Ceglie Messapica. Su di un colle, tra le ultime diramazioni delle Murge, a 300 m di altitudine, sorge il centro storico di Ceglie Messapica. Vertice del borgo mediovale, con i suoi vicoli scoscesi e tortuosi, spesso cavalcati da archi, con la sua architettura spontanea, è il castello ducale che domina con la sua antica mole le ondulate valli circostanti. Centro di notevole importanza, soprattutto militare, KAILIA viene ricordata da vari autori quali Catone, Frontino, Plinio e Strabone. Attorno all'abitato di Ceglie è dato riconoscere tre cinte murarie di età messapica, ancora oggi in parte visibili; il circuito più stretto, quasi a ridosso del centro storico e di via Murri, si può seguire per qualche decina di metri da una parte e daIl' altra della strada comunale del Monterrone; si tratta del muro di cinta più stretto e più antico, composto da blocchi megalitici sistemati a secco che spesso integrano la roccia a tratti affiorante.

In questo territorio, successivamente sistemato ad orti, sono stati rinvenuti tracce e frammenti dell'età del Ferro. Le altre due cinte murarie, a brevissima distanza l'una dall' altra e collegate tra loro da muri a secco e camminamenti, comprendono un territorio molto più vasto del centro antico, per consentire il foraggiamento della città nell'eventualità non remota di un assedio. Il circuito più largo si può seguire prendendo come punto di riferimento la casa di riposo S.Giuseppe e proseguendo a destra per le provinciali per S.Michele Salentino e Francavilla F.na e di qui lungo la circonvallazione per Villa Castelli che corre proprio sul muro Messapico e a man sinistra verso le provinciali per Ostuni e Cisternino ove la cinta è meglio conservata; a poche decine di metri dalla casa di riposo, sempre a sinistra, è stata individuata una porta della città Messapica con una torre ed un camminamento esterno dell'altezza di circa 4 metri che si inerpica verso il centro abitato per sfociare, presumibilmente, in prossimità dei cosiddetti "Cento Scaloni"; sistemazione medioevale di un camminamento antico, che tagliava la cinta muraria più stretta al di sotto di via Muri già citata. Una quarta cinta muraria è posta a circa 4 km dal centro abitato e si può seguire sul terreno per un corso abbastanza lungo strettamente collegato con le Specchie che, con funzioni difensive e di avvistamento, sono poste a raggiera attorno al centro messapico. Per la cronologia di questo sistema difensivo bisogna ricorrere ad argomentazioni di carattere storico che portino alla giustificazione di tale sistema così complesso attorno all'abitato di Ceglie. Ceglie rappresentava insieme con Orla, Manduria e Carovigno, il primo ostacolo contro cui scontrarsi per Taranto, città greca, protesa in una espansione verso l'interno; la prima notizia storica che noi abbiamo dei Messapi consiste nel passo di Erodoto (VII, 170) relativo alla battaglia tra Messapi da una parte e Tarantini e Reggini dall'altra. Questa battaglia, di cui Erodoto parla come della più grave sconfitta subita da un popolo greco, avvenne nel primo trentennio del V sec. a.C. In tempi di relativa calma poteva essere ben sufficiente alla città Messapica la cinta più stretta e più vicina al centro abitato; ma quando i rapporti con Taranto si fanno più tesi, soprattutto quando Carbinia nel 473 venne assediata e Taranto con una serie di "Frouria" grava minacciosa anche su Ceglie, allora gli abitanti avranno organizzatp un sistema difensivo che comprende le varie cinte murarie e le Specchie, il tutto collocabile cronologicamente in un periodo che abbraccia V e IV sec. a.C. Le testimonianze archeologiche più rilevanti consistono in corredi tombali di V, IV e III sec. a.C. conservati nei Musei di Taranto, Brindisi, Egnazia e Lecce; notevoli 37 iscrizioni in lingua messapica. Tra gli scavi sistematici della Soprintendenza Archeologica di Taranto notevoli le Il tombe in largo Amendola, la tomba di via Trappeto e la necropoli della circonvallazione sud-est. Studi recenti e saggi di scavo condotti dall'Università di Lecce hanno evidenziato in contrada Donna Lucrezia un’officina del Paleolitico Medio con tracce di lavorazioni di selce meritevoli di ulteriori approfondimenti; nel versante nord Masseria S.Pietro conserva tracce dell'età del Ferro ed una rocca utilizzata ancora in età messapica. Tracce del popolamento e della frequentazione del territorio permangono in varie grotte i cui ambienti sono stati in parte modificati ed utilizzati dall'uomo.


Castello Ducale. L'impianto originario è normanno e risale all'anno 1000; è dotato di quattro torri, di cui, quella situata nel Parco degli appartamenti ducali, rivela rifacimenti rinascimentali (La torre quadrata è stata costruita durante la signoria di Sanseverino nel '500). Ricorda un antico splendore la scalinata che porta ad un salone con la volta decorata con pitture del '500. Notevoli i grandi caminetti di pietra viva. La proprietà attuale è della famiglia Verusio


Chiesa Matrice del '500 e ricostruita alla fine del sec. XVIII


Cripta di S.Michele.
Si trova poco fuori dell'abitato sulla strada per Francavilla e gli affreschi si possono datare XIV secolo e attribuire a pittori di scuola bizantina.


Montevicoli. Particolarmente stupendo è lo scenario naturale offerto dalle Grotte di Montevicoli, sulla via per Villa Castelli, nelle quali si anima una suggestiva rappresentazione della natività fra stalattiti, stalagmiti ed... accattivanti ristorantini tipici.

 

Ostuni (m 218) 72017 (0831)

 

  • Azienda Autonoma Soggiorno Turismo (lun-ven 8-14; 16-19) 303775/301268
  • Ufficio Turismo C.so V.Emanuele, 39 307219
  • Museo della civiltà preclassica V. Cattedrale 336383
  • Folklore - Cavalcata di Sant'Oronzo 26 Agosto


Ostuni. Ha una storia vivace sin dal Paleolitico ed il rinvenimento della giovane mamma nella Grotta di S.Maria di Agnano, risalente a 24.500 anni fa, rappresenta un esempio unico al mondo di sepoltura con feto.


Nella storia di Ostuni si possono leggere anche pagine di civiltà messapica e romana, oltre a tutti gli avvicendamenti storici del Sud, sino alla tirannia della famiglia Zavallas, senza escludere gli avvenimenti risorgimentali.


Il borgo antico "La Terra" è di impianto medioevale. Molte case rivelano terrazzamenti, corti interni e stretti vicoli di comunicazione esterna che ricordano la "casbah" orientale.


Centro storico. La chiesa di San Giacomo in Compostella è uh raro esempio di architettura pugliese del '400.


La Cattedrale, invece fu ultimata alla fine del 1400 con una impostazione romano-gotica nell'architettura. La facciata è divisa in tre sezioni e sul portale spicca uno splendido rosone a ventiquattro raggi. L'interno è del '700 e le cappelle laterali sono barocche.


Il Palazzo Vescovile. Risale al 1750 e si fa notare per la grazia stilistica della sua loggetta ad arcate.


Del Castello del 1200 restano pochi ruderi e fuori del centro abitato sono stati scoperti numerosi ipogei affrescati; su queste caverne naturali, sono state edificate chiese come San Biagio del XII sec. e Santa Maria La Nova del '500.


Le vocazioni turistiche di Ostuni sono suffragate da una fama che l'ha resa nota in tutto il mondo come la "città bianca". Per leggere la storia antica di Ostuni da parte dei turisti, si può assistere alla "Cavalcata" che il 26 e 27 agosto di ogni anno si tiene in onore di Sant'Oronzo.