Sui luoghi del Palladio: le rime di Lilia

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2016 SUI LUOGHI DEL PALLADIO

 

Apprendiamo, alla partenza,

che delle bici faremo senza

perché la ditta trasporti Ceglie

un pullman piccolo sceglie,

ma con Mimmo che si attiva

alla fine ci si arriva,

tra una dritta e una storta

ed un po' sui sedili, di scorta,

a infilarle alla men peggio

e a dar l'avvio al viaggio.

 

In notturna, cosa rara,

c'è una gita per Pescara

con due autisti rintronati

sulla via degli Innamorati.

 

Al Moretto incontreremo

nuovi e vecchi amici che rivedremo.

Traversate le Alpi in sella

brilla Brigitte come una bionda stella.

Con l'arrivo qui di Martin siamo tutti più sereni

per le bici, i cambi, i freni;

basta che lui tocchi un tasto

e si aggiusta anche un gran guasto.

Ma lui è venuto qui in Italia

per mangiare gelato a staia.

 

Con l'aria di tranquilli villeggianti

giriamo per la città e per prati verdeggianti

sinché del Sile alle sorgenti

siam messi in fuga da insetti pungenti.

 

Con la sua bella attrezzatura

Angela già fa film in miniatura

e ci mette tanta cura

come in una acconciatura.

Fa pur da scorta al Capo

per non far le vie daccapo.

 

Al mattino dopo, che è arrivato Vito,

tutto il gruppo l'ha sentito;

dopo un viaggio solo solo,

la sua voce prende il volo.

 

Con la cappa di cemento, 

che di Brion è il gran memento,

la tristezza vien da Scarpa,

ma... le ali non ci tarpa,

viste le ninfee allo stagno,

ripartiamo per Possagno,

dove, bici e tutto, pare strano,

dentro il bar va Giuseppe da Milano.

Di strano c'è pure vedere la scena

di quando, più volte, lui "scende" di schiena!

 

Dalla strada vediamo un bel castello

proprio in cima a un monticello

e pensiamo ci venga risparmiato,

ma Roccaldo ci ha portato

alla Rocca ed anche alla muraglia,

che in cima alla lunga, lunga scala si staglia.

 

A Possagno, al tempio e alla casa di Canova,

la meraviglia del bello si rinnova.

 

Tutto il tempo del ritorno

tante nuvole d'intorno

gocce, schizzi e, poco male, 

sol minaccia il temporale.

 

Ad Asolo sulle salite Leonardo lascia tutti di stucco,

ma solo perché ha la bici col trucco.

 

Ad Elisabetta la parola non basta

per dire quanto del viaggio è entusiasta,

mentre Mimmo il marito

par che le parole da tempo abbia finito.

Loro, a chi non ha più vello,

fanno invidia pel capello.

 

Con la guida di Roccaldo, a Villa Emo

perfino in anticipo arriveremo.

 

Francesca e Antonio, a Cittadella,

sono nei panni del soldato e la sua bella.

Luciano e Silvana ci fanno sentire intanto la bellezza

della loro costante dolcezza.

 

Mara è senza cellulare 

e comincia a paventare

di restare in luogo sperduto

senza poter chiedere aiuto.

 

Sui pedali con gabbietta

va sicura Antonietta

che la via sia larga o stretta.

Antonella tra uno slalom e un sorpasso

tiene sempre un forte passo.

 

Ma se vedete Angelo, che va veloce e scappa,

è che ha il motore alimentato a grappa.

Tra uno scherzo e una battuta di Tommaso Festa

l'allegria sprizza e mai si arresta.

 

Nicola, senza mai segnarlo in conto,

a dare una mano è sempre pronto

e quieto e senza chiasso

anche la bici ti rimette al passo.

 

E' con noi Angela Guerra,

nuovo fiore in questa serra,

quando a sera i ricci scioglie,

nuovo aspetto in lei si coglie.

 

Martedì a Vicenza andiamo,

palazzi, chiesa, teatro visitiamo

con la guida che è estasiata

da come lei stessa l'ha raccontata.

 

Mercoledì molti fanno una gran tappa

e raggiungon Cima Grappa,

altri molto han faticato,

ma alla fine han solo provato,

mentre chi ci ha ben pensato

in tutt'altri posti è andato.

 

L'importante è partecipare...

non c'è bisogno di strafare...

ma forse un po' d'amaro resta,

se non si raggiunge la cresta.

 

I più furbi hanno deciso 

che non si può mancare Treviso

e con Eugenio capogita

vanno a far la bella vita

mentre gli altri, i presuntuosi,

vanno a fare i coraggiosi

ed affrontano la tappa 

dell'ascesa al Monte Grappa.

 

Sa misurare le forze Pescali Luciano

e sceglie il giusto giorno per restare al piano.

Beppe Triggiano, dal cambio tradito,

con Paolo Busco per Treviso è partito.

Anche Onofrio sceglie la città,

così magari qualche bell'incontro farà.

 

A Romano ci raggiunge Alessandra, Padovana,

lei pedala spedita sul monte come su una piana.

 

Contro il rischio fallimento,

per il monte al gran cimento,

Giovanna si procura 

la potente attrezzatura,

ma lei vuol cicli perfetti

e ha trovato già i difetti!

 

Martina già dopo il primo tornante si dà coraggio,

ma solo...per richiedere un passaggio,

ne approfitto presto anch'io

e le do il bagaglio mio.

 

A metà della faticata

Mara decide che per lei è bastata.

Valeria si ferma al rifugio Solagna

per essere a Tommaso buona compagna.

 

Io e Gianluca,  più ostinati,

al chilometro venticinque ci siamo arenati,

senza sapere che Angela Guerra

un chilometro prima era scesa a terra.

Tocca ad Andrea lo stesso destino,

di fermarsi quando alla meta è vicino.

Anche Leonardo, che triste sorte,

ha la batteria con le cariche corte.

 

All'inizio Nicola Sacco

si riteneva un poco fiacco,

ma è riuscito ad arrivare

pur se tanto ha dovuto sudare.

Paolo Corvasce la stanchezza sopporta deciso

e pur sui tornanti mantiene il sorriso.

 

Pippo è per noi tutti un vessillo,

alto, bello, sale come un grillo.

Giuseppe Magistretti, ciclista da montagna, 

un bel piazzamento si guadagna.

 

Da quando Tommaso è arrivato primo in cima

mangia ancora più gelato di prima.

Prima fra donne è Angela Cianciotta,

che senza soste sui tornanti trotta.

 

Alla sera Camilla ci raggiunge raggiante

perché è in veste sol di villeggiante.

 

Giovedì partiamo per Maser

Villa Barbaro a veder

a Milena tutti pensiamo

tra i cagnolini che negli affreschi vediamo

e tra il Palladio e il Veronese

ci godiamo l'arte del nostro Paese.

 

Poi si va a Ponte sul Piave

il cui mormorio non è più grave

e, invece di fare un'immersione

nella storia della nostra Nazione,

proprio tanto per cambiare

ci mettiamo tutti a mangiare.

Sul greto del Piave 

sediamo in conclave

un luogo di pace e tranquillità,

arriviamo noi e diventa Bari Vecchia città.

 

Al giorno finale Eugenio compare

vestito elegante da abbacinare.

Oggi seguendo un consiglio che credo sincero

mi bevo la soia, ma è latte vero,

le lotte interiori che devo affrontare

diventano niente con ciò che va a capitare,

ché Pippo purtroppo ha uno scontro frontale

con un maledetto paletto stradale;

lussato,ammaccato, ferito, contuso,

pensiamo che ormai sia un uomo in disuso,

ma ecco, rimonta da solo la spalla

e presto è di già fiero in sella,

guidando con una sola mano

fa tutta la via per Bassano.

Riparte poi con la nostra schiera

per Marostica a veder la scacchiera.

Si ritorna poi a casetta,

chi più piano, chi più in fretta.

 

Ringrazio ora tutta questa compagnia 

che ha portato entusiasmo ed allegria

e soprattutto Roccaldo Tinelli

che ci ha regalato giorni così belli.

 

                                Lilia

 

 

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